Tra le modalità formative che si sono imposte negli ultimi anni nel campo della salute e sicurezza sul lavoro, la videoconferenza sincrona (o FAD sincrona) rappresenta senza dubbio una delle più interessanti e dibattute. Permette di conciliare l’efficacia dell’interazione in tempo reale con la flessibilità della formazione a distanza, ma richiede anche attenzione, competenza e strumenti adeguati per essere considerata equivalente alla formazione in presenza.
Nell’ambito della formazione obbligatoria aziendale in materia di salute e sicurezza sul lavoro, la videoconferenza sincrona si è affermata come uno strumento sempre più utile, in grado di coniugare conformità normativa, flessibilità organizzativa e qualità didattica.
La formazione in videoconferenza sincrona si basa sull’interazione diretta e in tempo reale tra docenti e discenti, collegati da postazioni differenti tramite un sistema audio-video multimediale. Non va confusa con l’eLearning asincrono: nella FAD sincrona docente e partecipanti sono presenti contemporaneamente, anche se virtualmente, e possono comunicare, porre domande, discutere e interagire in tempo reale.
La legge di conversione del D.L. 24 marzo 2022, n. 24 ha sancito in modo chiaro la validità della videoconferenza per la formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro. L’art. 9-bis afferma che la formazione obbligatoria può avvenire sia in presenza sia in modalità sincrona a distanza, ad eccezione dei casi in cui siano previsti addestramenti pratici, che rimangono esclusivamente in aula o cantiere.
Questa disposizione ha rappresentato un passaggio fondamentale, perché ha ufficializzato l’equiparazione tra aula e videoconferenza, purché vengano rispettati determinati requisiti. L’attesa per il nuovo Accordo Stato-Regioni, che dovrebbe accorpare e aggiornare gli attuali riferimenti normativi, potrebbe offrire ulteriori chiarimenti sui criteri metodologici e sulle caratteristiche richieste agli enti formatori.
Ad oggi, per essere valida, deve essere erogata tramite piattaforme dotate di adeguate funzionalità per il monitoraggio della formazione erogata.
Perché la videoconferenza sincrona sia davvero efficace e paragonabile alla formazione in aula, è necessario che siano rispettate precise condizioni tecniche, metodologiche e organizzative. In questo senso, la prassi di riferimento UNI/PdR 149:2023 rappresenta oggi lo standard volontario più completo.
Questa guida metodologica si rivolge ai soggetti formatori abilitati dalla legislazione vigente e propone un approccio per processi, ispirato al ciclo PDCA (Plan-Do-Check-Act), per garantire la qualità complessiva del percorso formativo, strutturato come segue.
Tra gli elementi di novità più rilevanti introdotti, si segnalano:
In parallelo, AIESiL ha elaborato un insieme di Indicazioni operative molto apprezzate nel settore, che identificano anche le cosiddette “10 regole d’oro” per la formazione in videoconferenza sincrona. Tra queste figurano il riconoscimento dell’identità dei partecipanti, il controllo costante della presenza, l’interazione continua, l’autenticità delle prove finali e la qualità degli strumenti utilizzati.
In sintesi: la videoconferenza può essere uno strumento formativo potente, ma solo se gestita con professionalità, rigore e competenze adeguate.
17/04/2025